Verso un’Europa a impatto climatico zero entro il 2050
Rendere l’Europa il primo continente al mondo a impatto climatico zero entro il 2050 è uno degli impegni vincolanti della normativa europea sul clima e ha visto un l’emanazione di un primo pacchetto legislativo che si pone l’obiettivo di una riduzione del 55% delle emissioni entro la fine dell’attuale decennio. Vediamo di cosa si tratta .
Cambiare l’economia e la società
l’UE si è dotata di obiettivi climatici giuridicamente vincolanti che riguardano tutti i settori chiave dell’economia e che si articolano secondo questi ambiti:
- obiettivi di riduzione delle emissioni in un’ampia gamma di settori
- un obiettivo di aumento dei pozzi naturali di assorbimento del carbonio
- l’aggiornamento del sistema di scambio delle quote di emissioni in modo da limitare le emissioni, attribuire un prezzo all’inquinamento e stanziare il 100% dei proventi derivanti dallo scambio in progetti relativi al clima e all’energia
È stato istituito anche un nuovo Fondo Sociale per il Clima, che prevede uno stanziamento di oltre 86 miliardi di euro. Questo fondo mira a sostenere i cittadini più vulnerabili e le piccole imprese nella transizione ecologica, garantendo che nessuno venga lasciato indietro.
Inoltre, al fine di non penalizzare le imprese europee, viene adottato il nuovo meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, che farà in modo che, nei settori interessati, anche ai prodotti importati si applichi un prezzo del carbonio alle frontiere.
Mobilità sostenibile per tutti

Secondo le nuove normative sulle emissioni di CO2, entro il 2035 tutte le auto e i furgoni nuovi venduti in Europa dovranno essere a zero emissioni. Come tappa intermedia verso questo obiettivo, entro il 2030 le emissioni medie delle nuove automobili dovranno ridursi del 55% e quelle dei nuovi furgoni del 50%.
L’Unione Europea sta lavorando per sviluppare le infrastrutture necessarie affinché i cittadini possano ricaricare i veicoli a emissioni zero sia per viaggi brevi che lunghi. Verranno stabiliti obiettivi obbligatori per l’installazione di punti di ricarica elettrica e di rifornimento di idrogeno lungo le strade europee. Saranno introdotte sufficienti stazioni pubbliche per soddisfare la crescente domanda di auto a emissioni zero ed aumenterà anche la disponibilità di dispositivi di ricarica privati presso le abitazioni o sul luogo di lavoro.
Tutte le forme di trasporto vengono impattate:
- a partire dal 2027, al trasporto su strada si applicherà lo scambio di quote di emissioni, con il risultato di attribuire un prezzo all’inquinamento, stimolare l’uso di carburanti più puliti e indirizzare gli investimenti verso le tecnologie pulite.
- Nel settore del trasporto aereo, limitatamente ai voli all’interno dello Spazio economico europeo e ai voli in partenza verso la Svizzera e il Regno Unito, verrà fissato un prezzo del carbonio ed è stata definita la quota minima di carburante sostenibile che i fornitori di carburante per il trasporto aereo devono miscelare col cherosene e fornire agli aeroporti dell’UE.
- Anche nel settore marittimo verrà fissato il prezzo del carbonio ed è stato fissato un obiettivo di riduzione graduale dell’intensità media annua delle emissioni di gas a effetto serra dell’energia usata a bordo delle navi.
La Rivoluzione industriale GREEN
La transizione verde rappresenta una grande opportunità per l’industria europea, in quanto creerà nuovi mercati e quindi nuovi posti di lavoro collegati a tecnologie e prodotti puliti.
Al fine di affermare l’Europa come leader nel mercato delle innovazioni industriali e delle tecnologie pulite è stato adottato il piano industriale del Green Deal che poggia su quattro pilastri fondamentali:
- un contesto normativo prevedibile e semplificato
- un accesso più rapido ai finanziamenti
- il miglioramento delle competenze
- la promozione di un commercio libero ed equo per creare catene di approvvigionamento resilienti.
L’obiettivo è quello di produrre internamente almeno il 40% del fabbisogno annuo dell’UE di tecnologie strategiche a zero emissioni nette entro il 2030.
Più efficienza energetica ed energie rinnovabili
Il tema energetico è trattato nel piano REPowerEU del 2022 che intende permettere all’UE di:
- aumentare la diffusione delle energie rinnovabili
- risparmiare energia
- diversificare l’approvvigionamento energetico.

Con l’esplosione della guerra in Ucraina e il conseguente incremento dei prezzi nel settore energetico è emersa la necessità per l’Europa di puntare ad una autonomia energetica e nel marzo 2023 si è adottata una legislazione più rigorosa per aumentare la propria capacità di energie rinnovabili, innalzando al 42,5% l’obiettivo minimo vincolante per il 2030 rispetto all’attuale obiettivo del 32%, con l’ambizione di raggiungere il 45%, il che corrisponderebbe quasi a raddoppiare la quota attuale di energie rinnovabili nell’UE.
Sull’efficienza energetica si è definito un obiettivo di miglioramento pari all’11,7% entro il 2030, con un impegno degli stati membri alla realizzazione di un risparmio annuale medio dell’1,49%.
Una edilizia sostenibile
La Commissione mira a raddoppiare i tassi di ristrutturazione nei prossimi dieci anni per ridurre il consumo energetico e di risorse degli edifici. Questo nell’ottica di migliorare la qualità della vita dei residenti, ridurre le emissioni di gas serra in Europa, accelerare la digitalizzazione e aumentare il riuso e riciclo dei materiali. E’ stata quindi proposta una revisione della direttiva UE sulla prestazione energetica nell’edilizia .
Su questo filone interverrà il Fondo sociale per il clima che aiuterà i cittadini dell’UE più colpiti o a rischio di povertà energetica o di povertà di mobilità attraverso misure strutturali e investimenti nell’efficienza energetica, nella ristrutturazione degli edifici, nel riscaldamento e raffrescamento puliti e nell’integrazione delle energie rinnovabili , nonché nella mobilità e nei trasporti a zero e basse emissioni, compresi i trasporti pubblici.
Anche il settore pubblico sarà soggetto a un nuovo obiettivo annuale di riduzione del consumo energetico dell’1,9%, con anche l’obbligo per tutti gli enti pubblici di ristrutturare almeno il 3% della superficie totale degli edifici di proprietà .
Inoltre, a partire dal 2027, agli edifici e al trasporto su strada si applicherà lo scambio di quote di emissioni, con il risultato di attribuire un prezzo all’inquinamento, stimolare l’uso di carburanti più puliti e indirizzare gli investimenti verso le tecnologie pulite.
Il ripristino della natura e la tutela della biodiversità
Con la strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 l’UE adotta un piano globale a lungo termine per proteggere la natura e avviare la biodiversità europea verso la ripresa. La strategia prevede azioni e impegni specifici:
- ampliare le aree marine e terrestri protette (siti rientranti in Natura 2000)
- avviare un piano dell’UE per il ripristino della natura con normativa apposita, di recente emanazione
- sbloccare finanziamenti a favore della biodiversità
- introdurre misure per affrontare la sfida globale della biodiversità.
il ripristino della natura costituisce un passaggio fondamentale per il contenimento del riscaldamento globale in quanto permette di catturare e stoccare carbonio, permettendo quindi un più agevole adattamento ai cambiamenti climatici e mitigazione dell’impatto di catastrofi naturali sempre più violente quali inondazioni, siccità e ondate di calore.
Il continuo consumo di suolo contribuisce significativamente alla crisi climatica e della biodiversità. Per affrontare questo problema, la Commissione ha proposto una normativa per monitorare il suolo, puntando a suoli sani in UE entro il 2050, raccogliendo dati sulla salute del suolo da condividere con agricoltori e gestori.
Infine la bioenergia aiuta a ridurre l’uso dei combustibili fossili e decarbonizzare l’economia dell’UE, ma deve essere usata in modo sostenibile. Nuovi criteri rigidi verranno applicati per evitare un uso non sostenibile delle foreste e proteggere aree ad alta biodiversità, in linea con gli obiettivi climatici e sulla biodiversità